Era il 2010 quando i network di agenzie raggiungevano la cifra monstre di 121: da allora la distribuzione turistica ha subito una rivoluzione, a cominciare dalle agenzie di viaggi, crollate da 12.500 a poco più di 8.000. Oggi le reti che contano (dal 2013 io le chiamo macro-aggregazioni) sono solo 5 (o 6): Geo Travel Network e Welcome Travel Group (condividendo la proprietà ne conto una), Uvet Travel Network / Uvet Retail, Gattinoni Mondo di Vacanze, Bluvacanze e Robintur. Tre sono integrate verticalmente (Geo, Welcome e Bluvacanze); una fa parte di una holding impegnata su molti fronti, tour-operating compreso (Uvet); una è l’espressione turistica di un gruppo leader della distribuzione organizzata (Robintur); una sola mantiene la struttura originale di rete generata dal basso (Gattinoni, la cui indipendenza è sempre rivendicata). Quante agenzie dipendono dalle 6 macro-aggregazioni? Se affermo il 90% delle agenzie che contano (sottolineo, non di TUTTE le agenzie, ma solo di quelle che muovono il mercato) non credo di essere smentito.
Certo, resistono le sparute reti indipendenti, che nel 2017 erano 16, tra le quali se ne contano diverse con una storia onorevole, da Marsupio a Frigerio Viaggi a Giramondo. Ma le 1.797 agenzie dichiarate da Geo ad aprile 2018 valgono quasi il doppio di tutte quelle riconducibili alle indipendenti. Non si vuole sminuire ruolo e attività di manager e imprese che coraggiosamente cercano di ritagliarsi un ruolo nel sempre meno affollato networking turistico italiano: ma, rispetto a solo tre o quattro anni fa, lo spazio concesso dalle 5 (o 6) macro-aggregazioni è sempre più esiguo. E non è detto che questo sia un bene per il mercato.