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L’EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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CHI VA E CHI VIENE

IL NETWORK DEL MESE

L’AGENZIA DEL MESE

la tazza venereficarra marcoDal 1° dicembre 2016 il sito Venere.com non esiste più. Digitando sul vecchio URL si viene automaticamente indirizzati su Hotels.com, società affiliata di Expedia, con sede a Dallas, Texas, USA. Pochi giorni prima gli iscritti al sito avevano ricevuto la seguente nota: “Sei uno dei nostri affezionati viaggiatori e ci teniamo a farti sapere che il 1° dicembre 2016 Venere si unirà a Hotels.com. Potrai prenotare le stesse strutture alberghiere di Venere.com, con gli stessi prezzi e le stesse offerte, sul sito web Hotels.com, che sicuramente troverai familiare”. Termina così, dopo 22 anni, la storia del primo sito di prenotazioni alberghiere italiano, fondato a Roma nel 1994 da tre studenti di fisica (Matteo Fago, Marco Bellacci e Renata Sarno) e uno di economia (Gianandrea Strekelj): la loro storia è riassunta qui. Marco Ficarra, oggi a.d. di Destination Italia, è stato a.d. di Venere.com dal 2006 al 2008, anno nel quale Expedia ne acquisì il 100% per una cifra (mai ufficialmente dichiarata) pari a circa 200 milioni di euro. Ecco le sue riflessioni: “La tazza nella foto la uso quasi tutti i giorni, è un motivo di gioia e non lo perderò. Si possono dire tante cose rispetto a un marchio importante che scompare: che è uno spreco, oppure che ti dispiace, ma il fatto è che succede spesso, a volte perché falliscono le imprese (PanAm o Kodak, da noi Viaggi del Ventaglio...), a volte perché diventano parte di altri gruppi, e magari nel tempo non se ne giustifica più l’identità e l’indipendenza. Io, per esempio, sono sempre stato appassionato delle Oldsmobile (erano le auto dei gangster americani degli anni tra le due guerre): il marchio era sopravvissuto un secolo dopo l’acquisto da parte della General Motors ed è stato abbandonato solo una decina d'anni fa. Per Venere c'è voluto meno, ma l’obiettivo principale di Expedia, oltre a un bel business alberghiero in Europa, non era il nome (peraltro complesso per i non latini) e neppure i margini (seppure siano stati la base del prezzo pagato), bensì soprattutto il modello di business ’agency’, con pagamento diretto in hotel al check-out, che cresceva molto più di quello ‘merchant’ che usavano loro”. Aggiungiamo che Expedia impedì che Venere finisse a Priceline, che nel 2005 aveva già comprato Booking.com (se fosse successo, forse oggi non ci sarebbero due dominatori del mercato). Ma se devo trovare un paragone automobilistico per Venere, più che alla Oldsmobile mi piace pensare all'Autobianchi (passata alla Fiat) che produceva la A112, più fighetta della 127, scattante come poche (la Abarth 70 cv era una bomba!). Con quel marchio la A112 divenne la Y10, salvando poi per oltre 30 anni il marchio Lancia, che sopravvive ancora adesso per merito della Ypsilon (finché dura, ovviamente) proprio per merito dell'Autobianchi. Chissà se anche Venere ne è capace!”. Auspicio al quale ci uniamo, viva Venere.com.