Nel complesso panorama del networking italiano, chiamarsi Euphemia Personal Voyager e avere come pay-off “La sartoria dei viaggi” è già una bella presa di responsabilità. “Non siamo un network!” proclama Michele Zucchi, agente emiliano di grande esperienza e “motore” di Euphemia, sede a Reggio Emilia, ma soci cuneesi. Ha ragione, ma solo in parte. I 30 Personal Voyager che oggi fanno parte del team Euphemia sono consulenti di viaggi a tutti gli effetti, quindi slegati dall’appartenenza (fisica e operativa) da un negozio: sono professionisti con anni di esperienza, hanno un portafoglio clienti che produce almeno € 500.000 all’anno, si gestiscono da soli. Insomma, rientrano nell’arrembante categoria degli home-based travel agent, modello anglosassone importato in Italia da Gianpaolo Romano con CartOrange. Ma pure dispongono di una base, ovvero di boutique (vere e proprie, anche come arredi, vedasi l’agenzia di Sarzana, La Spezia) dotate di licenza e atte ad accogliere il pubblico. Se ne contano 17: 12 di proprietà Euphemia, con accesso su strada o al piano, altre 5 invece nella disponibilità del Personal Voyager di turno (come a Carpi, Modena). “La professionalità innanzitutto” sottolinea Zucchi “è il tema sul quale abbiamo concentrato tutto il nostro lavoro, sin da quando abbiamo iniziato, con 4 agenzie, nel 2002”. Il progetto è piaciuto a chi di viaggi se ne intende davvero: Zucchi detiene il 40% delle quote di Euphemia Srl ed è presidente del Consiglio di Amministrazione, ma il restante 60% appartiene a Lab Travel, società la cui proprietà è riconducibile alla famiglia di Guglielmo Isoardi, ex proprietario di Alpitour, da tempo attivo nella distribuzione con la società di partecipazione Exito. E se ci crede Isoardi, qualcosa vorrà dire. www.euphemia.it