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L’EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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L’AGENZIA DEL MESE

forum logo qIl 23/24 novembre 2023 Baveno, sul lago Maggiore, ospita il primo “Forum internazionale del turismo”, appuntamento organizzato dal Ministero del Turismo e "fortemente voluto dal ministro Daniela Santanchè”. Evento che, nei due giorni di lavoro, accoglie una inedita e impressionante sequenza di ministri: il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi, il ministro delle Disabilità Alessandra Locatelli e il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, ai quali si affiancheranno addirittura la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e (forse) il vicepresidente Matteo Salvini. “I Ministri del Governo Italiano si confrontano con operatori del settore e associazioni di categoria” recita il dettagliato programma: programma nel quale di “operatori del settore e associazioni di categoria” non si fa alcuna menzione. In quello che appare un Consiglio dei Ministri trasferito sul Lago Maggiore, per parlare di turismo, magari una citazione per Ivana Jelinic, a.d. ENIT, Pier Ezhaya, presidente ASTOI, o Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet, si poteva fare.

 

mattarella e xi qCome stanno gli italiani? Come si sentono, in questi tempi travagliati? Malinconici, come spiega il 56^ Rapporto CENSIS sulla situazione sociale del Paese/2022.

La malinconia è il sentimento che definisce meglio il carattere degli italiani, in questo momento. Malinconia, non tristezza. Si è malinconici al crepuscolo, di fronte al tramonto, quando il giorno volge al termine. ‘É finita l’era dell’abbondanza’ ha annunciato tempo fa il presidente Macron. É finita l’era delle sicurezze, aggiungo io”. L’io corrisponde al direttore generale del CENSIS, Massimiliano Valerii. Ci rendiamo conto di essere esposti a rischi globali fuori dal nostro controllo: prima la pandemia, poi il conflitto in Ucraina, ora l’inflazione e le risorse energetiche considerate non più illimitate. Insicurezze acuite dalla percezione dell’arresto dell’ascensore sociale, quello che ha permesso che i figli dei contadini e degli operai potessero elevarsi e contribuire a formare il grande ceto medio italiano”. Quello che ha reso l’Italia, da povera e ignorante qual era - dopo la seconda guerra mondiale - uno dei Paesi più ricchi dell’Occidente.

Siamo malinconici, quindi, ma non tristi. E preoccupati più per le nuove generazioni, che per noi, visto il futuro che si para loro davanti. Sentimenti controbilanciati dall’ottimismo (quello è nel nostro DNA da sempre) e da una parvenza di felicità, che sebbene ci collochi solo al 33esimo posto nel mondo (vedasi il Global Happiness Index 2023 dell’istituto di ricerche Gallup, che sul podio colloca Finlandia, Danimarca e Islanda), è ben maggiore della felicità che provano brasiliani e turchi, russi e cinesi.

Ecco, a proposito dei cinesi. Cosa pensiamo noi di loro? E loro di noi? A rivelarcelo uno dei massimi esperti della materia, il titolare di Mistral T.O. Michele Serra. La percezione che oggi abbiamo della Cina è orrenda. Il ‘sentiment’ è terribilmente negativo: la gestione della pandemia, prima, e il non allineamento ai Paesi occidentali sull’invasione dell’Ucraina, poi, hanno letteralmente allontanato i cinesi dai nostri orizzonti” annota impietosamente Serra. “Non che prima del 2020 le cose andassero meglio, perché lo sfruttamento dei lavoratori nella ‘fabbrica del mondo’ e il tradimento del patto su Hong Kong ‘Un Paese, due sistemi’ aveva già messo in cattiva luce un Paese del quale gli italiani, da ‘L’ultimo imperatore” di Bertolucci (1987) e ‘Lanterne rosse’ di Zhang Yimou (1991) in poi, si erano letteralmente innamorati”.

E cosa pensano i cinesi di noi, gli siamo più antipatici di prima? “Tutto il contrario. I cinesi adorano gli italianinon vedono l’ora di tornare a visitare il Belpaese. Gli italiani sono apprezzati come popolo (in primo luogo, perché non facciamo guerra a nessuno, e perché facciamo affari con loro), poi perché il nostro stile di vita è il più ambito al mondo. Siamo simpatici, informali, accoglienti. Amiamo il buon cibo, beviamo ottimo vino, scriviamo bella musica - da Puccini a Ramazzotti - , ci vestiamo meglio di tutti, le nostre città sono affascinanti e sicure”. Come dire, siamo i campioni del “soft power” (espressione con la quale il politologo USA Joseph Nye definì l’abilità nella creazione del consenso attraverso la persuasione e non la coercizione). “Piuttosto” puntualizza Serra “i cinesi non capiscono perché il loro sentimento nei nostri confronti non sia ricambiato: ‘Come, noi vi amiamo e a voi stiamo antipatici?! Non ce lo meritiamo!”.

Replico a una facile obiezione, anche di metodo: confrontare le analisi del CENSIS con il percepito dei cinesi non ha alcun senso, accademicamente parlando. Anche perché “ognuno percepisce la realtà in maniera diversa, la verità sta negli occhi di chi guarda” come affermava il regista di “Rashomon” (1950), Akira Kurosawa. Che però era giapponese. Altra storia.

 

the_daily_q.jpgChe l’editoria sia in crisi non ci sono dubbi. Quella tradizionale perde lettori e fatturato da anni, ma anche quella digitale non se la passa bene (vedi la vicenda di The Daily, il magazine progettato per essere fruito solo su iPad, lanciato dalla News Corp di Rupert Murdoch nel 2011 e chiuso il 15 dicembre 2012, crollato sotto decine di milioni di dollari di perdite). Anche i trade magazine (dal glorioso TTG allo storico l’agenzia di viaggi, da Guida Viaggi a Travel Quotidiano a Trend) fanno fatica a tenere i conti in ordine, schiacciati dal fisiologico calo di lettori delle edizioni cartacee e dalla contrazione degli investimenti pubblicitari. Giusto, quindi, che la pubblicità vada dove vanno i lettori, ovvero on line. Ma l’effetto è il seguente: stamattina, 19 dicembre 2012, nella mia inbox ho 10 newsletter provenienti dai magazine di cui sopra, ma solo 4 sono “vere”, cioè contengono notizie e informazioni. Le altre 6 (ovvero il 60%) si chiamano sempre col nome della testata, seguito però da “Promo” o “Promotion”. Cosa sono?! DEM, ovvero Direct Email Marketing, ovvero pubblicità. Nulla di male, ma 4 su 6 promuovono lo stesso, identico inserzionista, che evidentemente ha comprato DEM da tutte le testate on line. Tutte e 4 cestinate, senza neanche aprirle.

 

libero-su-uvet_31oct14.jpgVabbè, di turismo i quotidiani nazionali scrivono poco e male, presi solo dal girotondo degli inutili Ministri del Turismo (clicca qui) e dalla triste vicenda di italia.it. Ma basterebbe un po’ di attenzione per evitare di scrivere cretinate come questa. Da Libero del 31 ottobre 2014: “Uvet annuncia 250 assunzioni nei prossimi tre anni per il progetto Personal Travel Specialist”. Ecco le dichiarazioni di Luigi Porro, responsabile del progetto PTS “Si tratta di una iniziativa per i titolari di agenzia alla caccia di nuovi business e stufi dei costi di gestione. In sostanza il Personal Travel Specialist potrebbe attirare anche quella parte della vendita tradizionale che fatica a sostenere la struttura dei costi fissi tradizionali. I professionisti di valore devono restare all’interno del mercato e, con il nostro progetto, possono trovare nuovi spazi di attività. Ma in fondo parliamo anche ad ex agenti di viaggi che vogliono tornare a esercitare la professione. E PTS potrebbe coinvolgere anche banconisti con esperienza che hanno deciso di lavorare in maniera indipendente”. Previsto un semplice contratto di collaborazione e tanta voglia di trottare, altro che 250 assunzioni... "L'idea è di prendere 10 Personal Travel Specialist al mese" puntualizza Porro "per arrivare a 100 entro il 2015".

 

loghetto-youtube.pngIn un momento non facile per il mercato turistico soffrono ovviamente anche le testate giornaliste dedicate al trade, che subiscono un feroce taglio degli investimenti pubblicitari. Ma siccome la necessità aguzza l’ingegno e se non ci si dedica al web 2.0 si è out, allora da qualche mese a questa parte è un florilegio d’iniziative che vedono la migrazione in video. Video on the web, ovviamente, visto che le iniziative su satellite e dintorni si sono rivelate fallimentari. Ha iniziato Trend, diretto da Marzia Bertacca, con Trend TV www.trendtv.it; ha seguìto Guida Viaggi di Paolo Bertagni, con Guida Viaggi TG www.guidaviaggi.tv; ha appena esordito l’agenzia di viaggi, testata storica guidata da Cristina Ambrosini, con l’agenzia di viaggi TV www.lagenziadiviaggi.tv. networkn-loghetto.gif si trasforma nel critico televisivo del Corriere, Aldo Grasso (bravo anche in video, vedi su  video.corriere.it ) e giudica i risultati della discesa on the web. Positivi, non  fosse altro per il coraggio d’investire su un nuovo canale. Negativi, quando le notizie lette on air sono un “copia e incolla” di quelle già pubblicate on line e sul cartaceo; quando i video delle destinazioni sono gli stessi, visti e rivisti 1000 volte su YouTube; quando le interviste all’imprenditore di turno sono esercizi di piaggeria e di amplificazione dei (supposti) successi dell’azienda stessa; quando le luci sono sbagliate, l’audio si sente male e la speaker ha dimenticato di andare dal parrucchiere. Promossi, ma con debiti da riparare.