Chi è Roberto Gentile

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L’EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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CHI VA E CHI VIENE

IL NETWORK DEL MESE

L’AGENZIA DEL MESE

alex-kornfeind.jpgL’Osservatorio eCommerce b2c School of Management del Politecnico di Milano testimonia col prof. Riccardo Mangiaracina una crescita delle vendite on line: 3,4 miliardi di euro nel 2010, ovvero il 12,5% del totale delle vendite di prodotti turistici in Italia; 8 milioni di italiani che hanno fatto acquisti on line, non solo turistici, negli ultimi dodici mesi. Il professor Rodolfo Baggio dell’Università Bocconi di Milano evidenzia la predominanza dei siti turistici stranieri rispetto a quelli italiani (70% e 30%, il rispettivo share di mercato) e la necessità di far convergere i mezzi che permettono di acquistare turismo on line: gli operatori del settore dovranno “caricare” prodotto indistintamente su PC o notebook, su tablet o smartphone, affinché il consumatore possa utilizzare il mezzo più idoneo e non ne percepisca neanche la differenza. Alex Kornfeind, agente di viaggi da una vita, esperto di tecnologie e nuovi media, docente al Master in Management dell’eBusiness, Politecnico di Milano, e alla MIB School of Management di Trieste racconta a networkn-loghetto.gif la sua sul ruolo dei Social.


linkedin_facebook-logo.jpg“Perché per comprare una crociera devo per forza andare in agenzia? Perché non posso (ancora) farlo dal mio iPhone?” si chiedeva il prof. Baggio. È d’accordo? Delle agenzie si potrà fare a meno?
Non credo. Almeno, non ancora. Oggi il cliente non deve per forza andare in agenzia per acquistare una crociera, ma può rivolgersi a un agente di viaggi per capire quale sia la crociera più adatta alle sue esigenze. Non è così facile orientarsi tra le mille opzioni di un sito web, e l’esperienza dell’agente aiuta. Individuata la crociera adatta, il cliente potrà tornare a casa, confrontarsi con i familiari e quindi procedere alla prenotazione sullo stesso sito dell’agenzia, via PC o smartphone. Non vedo differenze tra un’agenzia tradizionale e una OLTA (Online Travel Agency) come Expedia o Volagratis: soprattutto da quando i social network come Facebook o LinkedIn  permettono a qualunque agenzia “su strada” di raggiungere migliaia di clienti con pochi messaggi. Sono almeno quindici anni, ben prima dell’arrivo dei Social, che vado ripetendo che un’agenzia ha le stesse opportunità di una web agency: se è in grado di presidiare tutti i canali e di “farsi trovare” dal cliente nell’arena competitiva del web, allora è proprio l’agenzia ad avere quel “quid” in più rispetto a una indistinta OLTA. Network illuminati l’hanno già capito e puntano molto sulla formazione in tal senso, come ho avuto modo di verificare personalmente collaborando con Bravo Net e HP; ma la strada da percorrere è ancora lunga, perché i Social rappresentino veramente un valore aggiunto per l’attività di un’agenzia di viaggi.


iPhone e smartphone: una moda passeggera o una novità che lascerà il segno?
Gli smartphone (che dei vecchi telefonini hanno ereditato solo la portabilità, visto che dispongono di centinaia di applicazioni in più) sono sempre meno costosi e oggi dispongono di sistemi operativi più performanti, integrati ad applicazioni Social e ai motori di ricerca. La loro crescita è inarrestabile, basta qualche numero a testimoniarlo: secondo Nielsen, l’Italia è uno dei Paesi al mondo con il più alto tasso di penetrazione di smartphone; nella fascia d’età 15/24 anni il sorpasso sui cellulari tradizionali è ormai imminente (47% contro 53%), con il 24% dei giovani che naviga da mobile, superato in Europa solo dall’Inghilterra. La migrazione verso gli smartphone è inarrestabile: tra pochi anni, i telefonini affiancheranno fax e CD audio tra i memorabilia della prima fase dell’era digitale.


Le agenzie sono sopravvissute all’avvento di Internet anche grazie al presidio che esercitano, da sempre, sul territorio. Ma nell’era del web 2.0 e dei Social, tale atout non è più loro esclusiva...
Esatto, assistiamo a un cambio fondamentale nel paradigma legato ai rapporti produttore-intermediario-cliente ed è quello che vede il turista sempre più al centro della comunicazione, basata proprio sull’utilizzo degli smartphone. Un tempo il viaggiatore andava alla ricerca di informazioni presso agenzie tradizionali o su  portali e agenzie online; oggi il rapporto è “around me”: sono il ristorante o l’albergo a raggiungere il turista con informazioni adeguate (Proximity Marketing) basate sul profilo dell’utente stesso, proprio mentre quest’ultimo è in movimento. La mobilità è il segno identificante del consumatore e quindi del turista in generale; la tecnologia wi-fi (quella che permette di collegarsi al web sfruttando onde radio a velocità elevatissime) darà un ulteriore impulso.


foursquare_logo.jpgAnche il tradizionale rapporto agente-cliente sembra essere mutato dall’arrivo dei Social...
Certo, l’agente di viaggi si ritrova ad essere “amico” del cliente su Facebook, nel mentre sono entrambi già “contatti” con il VOIP (Skype), si scambiano informazioni con i MicroBlog (Friendfeed, Twitter ecc.), oppure postano da Vloggers (Vimeo, Daily Motion, etc.) sia le destinazioni da promuovere o emergenti, per parte dell’agente, sia il lato ludico o culturale, per parte del turista, delle vacanze appena trascorse. E torniamo alla mobilità, alla rete che segue il consumatore, non viceversa. Grazie al Mobile Marketing e alla geo-localizzazione sono nati i “Location Based Social Networks” (Foursquare, Gowalla ecc.): dal potenziale inesplorato, oggi ancora allo stato embrionale. Può accadere, infatti, che una località turistica, ansiosa di procurarsi “amici” per promuoversi, crei situazioni paradossali nelle quali un “turista mobile” - fra tanti amici geolocalizzati - si ritrovi un castello, un albergo o, peggio ancora, una piazza. Non si può essere “amici” di una piazza, certo, ma trovarla sul proprio smartphone, e poi magari prenotare un ristorante che su quella piazza si affaccia, non è fantascienza. È realtà, e business per il ristoratore web 2.0.

 

politecnico-mi-logo.jpgriccardo-mangiaracina.jpgL’Osservatorio eCommerce b2c School of Management del Politecnico di Milano pubblica da dieci anni il più accreditato e affidabile rapporto sulle vendite on line in Italia. Riccardo Mangiaracina, assistant professor del Politecnico, ne illustra gli elementi essenziali. Nel 2010 le vendite on line sono cresciute del 14% rispetto al 2009, raggiungendo i 6,5 miliardi di euro e superando la soglia dell’1% sul totale delle vendite al dettaglio. È un buon risultato, ma siamo lontani dal 5% della Francia, dal 7% della Germania e dal 10% della Gran Bretagna. Nel 2010 circa 8 milioni di italiani (erano 7 nel 2009) hanno fatto acquisti on line: sono meno della metà dei francesi (20 milioni), una frazione dei britannici (28 milioni) e dei tedeschi (34 milioni). Il turismo domina da sempre l’eCommerce italiano: nel 2010 ha contribuito col 52% (3,4 miliardi di euro) ai 6,5 miliardi di euro complessivi. La crescita rispetto al 2009 è pari a 443 milioni di euro (+15%) e la quota delle vendite on line rispetto al totale è pari al 12,5%, ma concentrata in tre soli settori: biglietti aerei, biglietti ferroviari e prenotazioni alberghiere, che valgono il 70% del totale. Il valore medio di una transazione turistica è passato da 277 a 279 euro, coerente con l’acquisto di un biglietto o di un hotel, infatti, ma ben lontano dal costo di un tour o di una crociera. La top ten delle aziende turistiche è speculare ai prodotti venduti on line: Trenitalia, Air France, Alitalia, Wind Jet e Meridiana, come vettori ferroviari e aerei; eDreams, Expedia, lastminute.com, Venere.com e Volagratis come siti turistici. Non vengono tuttavia conteggiate le vendite di colossi come easyJet e Ryanair, poiché non hanno una presenza societaria in Italia. Nel breve futuro, a spingere l’eCommerce nostrano contribuiranno (indirettamente, visto che non vendono merci) anche i social network come Facebook e Twitter, che permettono a un sempre maggior numero di neofiti di prendere confidenza coi nuovi mezzi. Nel lungo termine, buone prospettive per il Mobile-commerce, ovvero la vendita tramite devices mobili: grazie alla rapida diffusione degli smartphone di ultima generazione, oggi in mano a oltre 11 milioni di italiani. Con due limiti: l’80% delle transazioni mobili avviene attraverso le applicazioni dell’iPhone di Apple (altre piattaforme come BlackBerry e Android sono residuali); sebbene il maggior numero di iniziative di Mobile-commerce sia a cura dei vettori aerei e ferroviari (Meridiana, Lufthansa, Trenitalia e Volagratis), l’utilizzo è legato a una necessità immediata, come acquistare un biglietto aereo mentre si è già in viaggio, più che a una preferenza per lo smartphone anziché per il più tradizionale PC.

 

Lavoro nel turismo da 23 anni e gli ultimi 16 li ho trascorsi in aziende familiari: prima 5 anni di Ventaglio, poi 11 in Frigerio Viaggi. Il 95% delle aziende turistiche italiane (t.o., agenzie, alberghi) è in mano a una famiglia: nulla di strano, quindi. Ma ho sviluppato una tesi, ovvero che le aziende familiari siano un male, ma necessario. E che, nel nostro settore, vadano divise nelle seguenti 5 categorie cinematografiche.

 

gruppo_famiglia.jpg1. GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO - Quando sono entrato in Frigerio, nel 1999, le agenzie erano 4, due meno dei familiari Frigerio attivi in azienda, che erano 6: Giancarlo Frigerio, figlio del fondatore, che con la moglie si occupava di pullman; i figli Simone e Paola, rispettivamente al commerciale e ai gruppi; i cognati Giovanni Arnaboldi e moglie in amministrazione. Undici anni dopo, le agenzie sono diventate 60, i parenti Frigerio di meno, ma non di tanto: sono arrivati Chiara e Carlo, figli di Giancarlo, che si occupano di personale e di pullman; la moglie di Simone, al commerciale; il marito di Paola, che guida l’agenzia di Como; a breve sono attesi i figli di Arnaboldi, e la quarta generazione va ancora a scuola, ma il posto ce l’ha. Frigerio Viaggi ha i pregi e i difetti di una famiglia “allargata”: si litiga, anche aspramente, ma la domenica ci si ritrova tutti a pranzo, e poi i bimbi giocano. Scommetti che se Simone Frigerio avesse avuto in mano il potere che la famiglia non gli ha concesso, oggi Frigerio Viaggi Network sarebbe un piccolo network con un grande futuro, e non - solo - un network piccolo?

 

signore_anelli.jpg2. IL SIGNORE DEGLI ANELLI - Fare un passo indietro, al momento giusto, non è facile: soprattutto per coloro che hanno avuto un’intuizione e realizzato un’impresa. Una grande impresa, una delle più grandi. Bruno Colombo fondò Viaggi del Ventaglio nel 1976, quando i figli Alessandro e Stefano erano bambini, e in vent’anni l’ha trasformata nel secondo t.o. italiano, a ridosso della corazzata Alpitour. Ma il nuovo millennio porta male, e nel volgere di pochi anni la crescita inarrestabile si trasforma prima in crisi, poi in tracollo. Il figlio Stefano, erede designato di Bruno, è ascoltato, ma il padre fa di testa sua. Scommetti che, se nel 2006 Stefano avesse convinto Bruno a cedere a Globalia (colosso spagnolo da 2 miliardi di euro), il padre sarebbe uscito di scena qualche anno prima e Ventaglio non sarebbe - oggi - sull’orlo del fallimento?

 

million-dollar-baby.jpg3. MILLION DOLLAR BABY - Vittoriano Scotti è un uomo che si è fatto da solo, e in una ventina d’anni aveva portato il suo t.o., TeoremaTour, dall’anonimato alle vette del tour operating italiano. Sede prestigiosa in centro a Milano, un rapporto dipendenti/fatturato (pochi i primi, alto il secondo) invidiato da tutti i colleghi. Scocca il millennio ed entra in azienda il figlio Alessandro: come tutti i ragazzi, è appassionato di web e s’inventa il tour operator on line. Todomondo esordisce dichiarando di  non entrarci nulla, con Teorema, e prosegue peggio. Fatto sta che nel 2009 TeoremaTour salta col botto, e Vittoriano Scotti è immortalato mentre cerca di sfuggire alle telecamere accusatorie di Striscia la notizia. Scommetti che, se non ci fosse stato Todomondo, TeoremaTour sarebbe ancora lì?

 

vado_vivere_solo.jpg4. VADO A VIVERE DA SOLO - In un Paese dove il presidente del Consiglio va per i 74 e il presidente della Repubblica è ottuagenario, non è scontato che un rampollo di 40 anni prenda il posto del padre in azienda. Che diavolo?! A 49 anni Barack Obama è solo presidente degli USA... Talvolta è meglio trovare la strada per conto proprio, anziché seguire le orme degli avi. Frederic Naar è nipote dell’ex proprietario de i Grandi Viaggi e figlio dell’a.d., fino al 1994, dello stesso tour operator, ma decide presto di mettersi in proprio. Fonda Naar T.O. nel 1995 e oggi, a 46 anni scarsi, presiede un gruppo da 90 milioni di euro, che ha inglobato Aviomar (anch’esso un’impresa familiare, non a caso). Scommetti che Frederic avrebbe una vita molto più tranquilla, se non gestisse un t.o. col suo nome?

 

goodfellas.jpg5. GOODFELLAS - QUEI BRAVI RAGAZZI - Non succede spesso, ma quando càpita è una fortuna, per la famiglia e per l’impresa: il padre è intelligente, e i figli pure, e - soprattutto - non litigano. Negli anni ’70 Carlo Pompili prende il diploma di ragioniere alle serali, suona la chitarra in un gruppo chiamato I Puffi 70 e ha già due figli. Quarant’anni dopo è il presidente di Veratour, t.o. noto per non aver mai chiuso un bilancio in perdita, in vent’anni di storia, e sfiora i 200 milioni di fatturato. “Non mi offendo se mi chiamano ragioniere: se bisogna fare un investimento utile non mi tiro indietro. Non posso certo lavorare col fucile puntato alla voce costi!”. La politica commerciale di Veratour è tutta nelle mani del figlio Stefano, le gestione dei villaggi in quelle del figlio Daniele. Scommetti che se Stefano e Daniele non fossero stati all’altezza, Carlo avrebbe saputo dove puntare il fucile?

 

E scommetti infine che il lettore sa in quale categoria collocare Valtur, Uvet, Sprintours, Gattinoni, Eden Viaggi, Happy Tour o Press Tour?

 

nuccia-faccenda.jpgIsalei Travel è un nome noto ai lettori di networkn-loghetto.gif, che nel numero 18 del 3 novembre 2009 ha raccontato la storia dell’agenzia di Alba guidata da Nuccia Faccenda e Samantha Gabani. Le diamo nuovamente spazio perché “Il fatturato di Isalei Travel è cresciuto del 50% nel primo semestre 2010, rispetto al medesimo periodo del 2009. La nostra media per pratica varia tra 4 e 5.000 euro, e per stilare un preventivo applichiamo una fee da 30 a 150 euro” racconta Nuccia Faccenda. Numeri fuori dal comune per molte delle 11.000 agenzie di viaggi italiane, soprattutto quest’anno. Come ci sono riuscite? “Abbiamo aperto undici anni fa, con l’insegna GiraMondo Viaggi, e ci siamo impegnate tanto. Ad Alba oggi ci  sono 14 agenzie di viaggi, 4 solo nella nostra strada, la concorrenza è acerrima. Abbiamo pensato di distinguerci: niente offerte in vetrina, ad esempio, e nessuna lotta all’ultimo sangue, anzi, all’ultimo sconto, per strappare una pratica a un’altra agenzia. I nostri clienti devono conoscerci, noi approfondiamo i loro gusti, cominciano a fidarsi di noi, ci proponiamo di organizzare le loro vacanze. È un processo che dura del tempo, perché la fiducia non si regala al primo che passa. Ma tutto è cambiato negli ultimi due anni: i social media hanno rivoluzionato il nostro lavoro. Da sempre sul web, oggi Isalei Travel dispone di un blog inserito in un “ecosistema sociale”, ossia un sistema integrato nel quale YouTube, Facebook, Flickr e Twitter interagiscono tra loro. Noi non vendiamo viaggi, sul web, non possiamo competere con Expedia e poi non facciamo sconti: sulla rete cerchiamo nuovi clienti, stabiliamo relazioni, le coltiviamo nel tempo. Siamo a disposizione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, grazie al cellulare, all’email e a Skype. Raccontiamo i nostri viaggi sul blog, su YouTube e su Flickr, e invitiamo i nostri clienti (del 98% dei quali abbiamo l’email) a fare lo stesso. Insomma, vogliamo che la gente prima ci conosca, poi si fidi di noi, quindi ci chieda di organizzare le proprie vacanze. Ma sempre creando una relazione, che sia fisica in agenzia o virtuale sul web. Funziona, i numeri lo dimostrano".

 

maniele_tasca.jpgManiele Tasca, 41 anni, è dal 2009 direttore generale del gruppo di distribuzione Selex (3.254 punti vendita, 30mila addetti, insegne come Famila e A&O, fatturato di 8,5 miliardi di euro nel 2009), ma è un nome noto agli addetti ai lavori nel turismo: laureato in economia in Bocconi, dopo esperienze nel largo consumo e in Boston Consulting Group e Bain & Company, approda nel 2004 in Alpitour, prima come dir. marketing, poi come a.d. e dir. gen. Welcome Travel Group. networkn-loghetto.gif gli ha chiesto un parallelo tra i due settori. “La differenza essenziale è che il turismo intermedia servizi e la distribuzione organizzata, invece, beni fisici: la componente logistica gioca un ruolo del tutto diverso. Nella GDO l’alimentare, ad esempio, è più stabile del turismo, come andamento generale: da noi i picchi di vendite raramente superano il +/- 3%, da voi non sono rare variazioni del +/- 20%, mese su mese, di una destinazione o di un prodotto. Nella GDO è più semplice definire una programmazione strategica (3-5 anni) o commerciale (6-12 mesi), perché siamo meno sensibili alle variabili di mercato. I t.o. devono invece stare costantemente “sul pezzo”, essendo alla mercé di elementi esogeni, dal clima alle minacce terroristiche, che colpiscono pesantemente e immediatamente i loro prodotti e il loro mercato. Altro elemento che non aiuta il turismo, la mancanza di dati esterni condivisi. In Alpitour, ad esempio, avevamo una miriade di dati interni (di vendita, di prodotto), però difficilmente confrontabili con dati esterni, affidabili e verificabili. Direi che manca una Nielsen del turismo. Cosa ho portato con me in Selex, da Alpitour/WTG? La cultura del servizio, la flessibilità commerciale e, molto apprezzata, la cura degli eventi aziendali (convention, riunioni commerciali, assemblee), che organizziamo regolarmente, anche per grandi numeri, e che oggi “interpreto” in modo più tecnico e professionale, sfruttando nozioni apprese nei miei anni turistici. Anni dei quali ho un ottimo ricordo, soprattutto in termini di relazioni umane, sperimentate sia nel mio gruppo di lavoro in Welcome che tra gli agenti di viaggi. Ho sempre incontrato persone aperte e positive, in grado di affrontare con piglio le avversità quotidiane. Ottimismo e volontà, ecco due qualità che tutti dovrebbero riconoscere a chi si occupa di turismo”.